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L’ elevato livello di naturalità dei castagneti da frutto preclude l’impiego di presidi fitosanitari di sintesi, che avrebbero un impatto negativo sulla biodiversità e sulle complesse catene trofiche che caratterizzano i castagneti da frutto.

Di conseguenza appare prioritario l’utilizzo di metodi a basso impatto ambientale, quali sono appunto quelli basati sull’impiego di agenti biologici. Un genere di funghi  molto promettente, che ha già dimostrato la propria efficacia in diversi contesti colturali, è Trichoderma spp. I funghi di questo genere, dei quali esistono in commercio formulati commerciali largamente impiegati nella protezione delle colture agrarie, oltre a svolgere un’azione di parassitismo diretto verso gli agenti fungini patogeni, agiscono indirettamente stimolando la crescita ed il rigoglio vegetativo delle piante, inducendone una maggiore e più pronta resistenza sistemica ad attacchi parassitari.

Nelle particelle oggetto di studio, viene sperimentata l’applicazione di trattamenti endoterapici basati sull’uso di diverse specie del genere Trichoderma, per contenere importanti agenti di danno, come Gnomoniopsis castaneae (agente del marciume gessoso delle castagne), che possono decurtare pesantemente la produzione castanicola. Contestualmente, con gli stessi agenti microbiologici, vengono trattate le ferite provocate con i tagli di potatura (sia di allevamento che fitosanitaria) al fine di prevenire l’infezione ad opera di agenti cariogeni o di cancro.

Gli stessi organismi vengono inoltre inoculati nel suolo dove possono contribuire a proteggere la rizosfera.